Questa pala d’altare, realizzata da Hugo van der Goes, fu commissionata da Tommaso Portinari per la chiesa di Sant’Egidio presso l’ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze. All’epoca era cosa comune inserire in questo tipo di opere i ritratti dei committenti e dei loro familiari. Portinari e i suoi due figli sono rappresentati in ginocchio nel pannello di sinistra, mentre sua moglie e la figlia in quello di destra. Tutti, tranne il figlio più giovane, sono accompagnati dai rispettivi santi onomastici. Tommaso e Antonio il Grande sulla sinistra, Margherita e Maria Maddalena sulla destra. I pittori fiamminghi prendevano spesso ispirazione dall’arte dell’Europa meridionale e quest’opera è un importante esempio di commissione dall’Italia a un’artista delle Fiandre.
Portinari lavorava a Bruges, città nell’odierno Belgio, dove svolgeva il ruolo di funzionario per la Banca dei Medici. Egli commissionò il dipinto per assicurarsi di non essere dimenticato a Firenze durante la sua assenza, ma anche per dimostrare alla città la sua lealtà. Il trittico, trasportato dalle Fiandre e esposto a Firenze nel 1483, ebbe una grande influenza sugli artisti locali, che rimasero colpiti dal realismo dell’opera. Il pannello centrale ha le caratteristiche più innovative. Sebbene raffiguri una natività tradizionale, il dipinto è una mistica glorificazione dell’eucarestia. Le figure sacre osservano solennemente il Cristo bambino, disteso vicino ai simboli del suo sacrificio, e i commossi pastori, sorridenti, sembrano semplici fedeli in chiesa.
Dettagli inusuali nel capolavoro di Hugo van der Goes
Gli angeli sullo sfondo sono vestiti in abiti sacerdotali, quasi pronti a celebrare messa, mentre sopra la testa del bue, fa capolino un piccolo diavolo. Nel pannello di sinistra, Maria e San Giuseppe avanzano sul terreno roccioso verso Betlemme, mentre in quello di destra sono raffigurati i tre Re Magi. Nelle scene raffiguranti la Natività gli artisti fiamminghi utilizzavano spesso i particolari architettonici come metafora dell’avvento di un nuovo ordine religioso.
L’intaglio dell’arpa richiama alla mente re David dell’Antico Testamento e gli antenati di Cristo. Nella grande maggioranza delle raffigurazioni della Natività, i pastori e i Magi sono mostrati in gruppo nell’atto di adorare Cristo. Van der Goes dà un’insolita importanza ai pastori. I loro volti sono ritratti nel dettaglio e hanno una propria individualità, in contrasto con l’usanza iconografica dell’epoca. I Magi e il loro seguito arrivano in processione. Un notabile chiede indicazioni circa la via a uno zoppo, dietro si intravedono i tre re che cavalcano fianco a fianco.
Il paesaggio è tipicamente nordico, si riconoscono edifici fiamminghi e gli alberi spogli confermano che siamo in inverno. Gli artisti fiamminghi continuano la tradizione medievale di ritrarre i committenti in una scala più piccola rispetto alle figure sacre, per sottolinearne la differenza gerarchica. Margherita Portinari è accompagnata da Santa Margherita, identificabile grazie al drago. Gli elementi di natura morta, simboleggiano il sacramento dell’eucarestia. Il covone di grano è l’emblema del pane consacrato, le foglie di vite e i grappoli nel vaso si riferiscono al vino, i garofani rossi sono simbolo dei chiodi insanguinati della croce di Cristo. Un capolavoro fatto di dettagli e realismo che influenzarono il rinascimento fiorentino.
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C.C.
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