
La “Pietà” di Giovanni Bellini, un capolavoro che rivisita il tema della Vergine Maria che piange sul Cristo morto, rappresenta un punto di svolta nell’arte rinascimentale. Nelle opere del Nord Europa, la Madonna è spesso raffigurata in uno stato di estremo dolore. Tuttavia, Bellini introduce una novità formale nell’arte italiana, presentando Maria seduta, mentre tiene sul grembo il corpo del figlio, un uomo adulto, in una posa che sfida le convenzioni e arricchisce il vocabolario visivo della pietà.
A differenza di altre rappresentazioni, in cui la Madonna è ritratta in piedi, Bellini sceglie di collocare la Madonna seduta a terra, accentuando così l’umiltà e la desolazione del momento. Questa scelta non solo risolve un problema formale, ma amplifica anche l’intensità emotiva dell’opera. Realizzata in età avanzata, quando l’artista aveva circa settant’anni, l’opera dimostra il suo impegno continuo nella ricerca e nell’innovazione artistica.
Emotività e simbolismi nell’opera di Giovanni Bellini
La pittura sminuisce l’orrore fisico della crocifissione, mostrando solo alcune ferite minori su Cristo, per concentrarsi sulla sofferenza emotiva di Maria. La composizione isolata delle due figure contro un vasto paesaggio, delimitato da una siepe di fiori minuziosamente dettagliati, crea un’atmosfera di distacco dal mondo terreno e permette allo spettatore di focalizzarsi sulla scena di lutto e preghiera. L’immagine è impreziosita dalla presenza di simbolismi floreali accuratamente scelti per le loro connotazioni spirituali e curative. Piante come il dente di leone, che rappresenta il lutto cristiano, i fiori di fragola per la giustizia perfetta, le violette per l’umiltà e i cardi che simboleggiano il dolore fisico e spirituale, arricchiscono la narrazione visiva.
Oltre la siepe di fiori, si scorge una veduta di edifici che alludono a varie città della Repubblica di Venezia, come Vicenza e Ravenna, collegando così l’opera a un contesto geografico più ampio. L’angolo superiore del quadro è dominato dall’espressione affranta della Madonna, che con il suo sguardo basso verso il figlio, evoca la tradizionale immagine della Madonna col Bambino, ma con un’intensità drammatica aumentata dall’età e dal pathos della scena. Questa pittura non solo rappresenta una sfida tecnica nella raffigurazione delle figure, ma diventa anche un veicolo per una riflessione più profonda sulla vita, la morte e la speranza di redenzione, simboleggiata dall’unico ramo frondoso che rappresenta la resurrezione, offrendo così una meditazione visiva sulla natura transitoria dell’esistenza e sulla promessa di salvezza eterna.
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C.C.
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