Nel 1425, dopo aver completato la porta del lato est del Battistero di Firenze, l’orafo, scultore e architetto Lorenzo Ghiberti iniziò la costruzione della porta nord. Questo lavoro avvenne su commissione dell’arte dei mercatanti ovvero corporazione maggiore dei mercanti di lana. La porta est era stata creata con 28 formelle riproducenti scene dal nuovo testamento. Per questa nuova opera, invece, il soggetto doveva riguardare l’Antico testamento. Ghiberti decise di realizzare solo 10 formelle, di dimensioni tuttavia maggiori, che avrebbero potuto ospitare elementi narrativi supplementari. I gruppi di figure vennero eseguiti su diversi livelli di rilievo, alto e basso, creando immagini fortemente tridimensionali.
Per rendere più realistico questo effetto, Ghiberti fece ricorso alle linee prospettiche, realizzando in alto rilievo le figure in primo piano e via via, appiattendo le scene che degradavano sullo sfondo. Sebbene la maggior parte dei rilievi fosse stata realizzata già nel 1436, le successive operazioni di pulitura e rifilatura dei profili occuparono i successivi 10 anni e la doratura fu completata solo nel giugno 1450. In questo periodo la bottega del Ghiberti divenne una delle più famose in Europa. Visto lo splendido risultato, l’arte dei mercatanti sostituì la porta bronzea a est, realizzata sempre dal Ghiberti, con la nuova, situando la precedente a nord. L’entrata venne chiamata porta del paradiso poiché era da qui che si accedeva al Battistero per essere battezzati.
L’alto e il basso rilievo
La cornice attorno alle ante della porta contiene alcuni ritratti a busto all’interno di formelle circolari. Una di queste riproduce Lorenzo Ghiberti stesso. Le formelle circolari sono intervallate da nicchie contenenti soggetti dell’Antico Testamento e teste di sibille. Il Ghiberti utilizzò l’alto e il basso rilievo per distinguere tre episodi della vita di Giuseppe nella formella dedicata a questo particolare episodio. Nell’angolo sopra a destra Giuseppe viene gettato nel pozzo dai fratelli. Al centro distribuisce il grano a una grande folla, mentre in alto a sinistra egli rivela la propria identità e perdona i fratelli. L’arrivo della regina di Saba è raffigurato davanti un grande porticato, un tipo di composizione che anticipa la scuola di Atene di Raffaello. Il Ghiberti accresce il senso di profondità riproducendo una maestosa architettura attraverso vari artifici prospettici. Nel 1990 i pannelli vennero sostituiti da copie fedeli ed esposti nel museo dell’opera del Duomo.
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C.C.
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