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Andrea Mantegna, autoritratto nella Camera degli Sposi |
Nel 1448 l’artista stipulò un compromesso con il patrigno per riavere la propria libertà e fu un addio pieno di polemiche. Andrea sosteneva che Squarcione si fosse fatto bello con il suo lavoro e il maestro, dal canto suo, rispondeva denigrando l’opera dell’allievo, ritenuta sempre più vicina alla scultura che alla pittura. A completare il quadro, la diatriba giudiziaria: Mantegna denunciò il patrigno per il mancato pagamento di alcune opere, con un seguito per vie legali che si concluse solo due anni dopo.
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Andrea Mantegna, Martirio di San Cristoforo e trasporto del corpo del santo, Cappella Ovetari, Padova |
sulla scena artistica padovana. Il ciclo è andato quasi interamente distrutto nel corso della seconda guerra mondiale. Quello che resta, testimonia l’avvicinarsi di Mantegna ai temi del rinascimento toscano: l’ampio senso dello spazio reso con prospettive ardite, le architetture che rimandano allo studio dell’antico e i personaggi dalla forza statuaria.
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Andrea Mantegna, Pala di San Zeno |
terminata dopo il 1460. Mantegna fece da solo questo complesso trittico, composto da sei
pannelli inseriti in un’imponente struttura scolpita rappresentante un’edicola: la disegnò di sua
mano ispirandosi probabilmente all’opera di Donatello al Santo di Padova.
Il 1453 fu un anno decisivo per il pittore che si legò alla più importante famiglia di pittori
veneziani d’allora. Sposò infatti Nicolosia Bellini, figlia di Jacopo e sorella di Gentile e di
Giovanni.
Nel 1456 Ludovico II Gonzaga gli scrisse per la prima volta, chiamandolo al suo
servizio come artista di corte, confermando l’ottima posizione e la fama raggiunta da Mantegna.
È probabile che in questa "chiamata" abbia giocato un ruolo fondamentale l’abate Correr,
amico dell’artista. Gregorio Correr, membro della nobile famiglia veneziana che dà il nome al
noto museo, era legato a Vittorino da Feltre e alla sua cerchia umanistica che a Mantova
avevano creato una scuola, la Ca’ Zoiosa. Proprio in questa scuola Correr fu compagno di banco
del futuro marchese Ludovico II Gonzaga.
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Andrea Mantegna, oculo nella Camera degli Sposi |
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Andrea Mantegna, dettagli dalla Camera degli Sposi |
Protetto dai Gonzaga, che gli donarono una casa, l’artista, a capo di un’attiva bottega, eseguì
cartoni per arazzi, cassoni di nozze, modelli di oreficeria e lo stupefacente Cristo morto di
Brera, visto di scorcio.
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Andrea Mantegna, famiglia e corte di Ludovico II Gonzaga |
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Andrea Mantegna, Trionfo di Cesare, scena 1 |
soggetto mitologico: il Parnaso e il Trionfo della Virtù, mostrano quanto l’artista seppe anticipare il classicismo cinquecentesco, condizionandone profondamente gli sviluppi.
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Andrea Mantegna, Parnaso |
un dipinto monocromo su tela ispirato agli antichi bassorilievi romani. Fu la sua ultima opera: il
13 gennaio 1506 la morte lo colse, nella sua città d’adozione, Mantova.
L’attività pittorica di Mantegna, nel suo insieme resta di difficile definizione, a causa della scomparsa di molti cicli decorativi e della cattiva conservazione di suoi svariati dipinti. L’artista si cimentò, con ottimi risultati anche nell’ambito grafico, realizzando almeno cinquanta incisioni nel corso della sua vita. Oggi ne conosciamo sette, di cui sei citate da Giorgio Vasari. Forse non molti lo sanno, ma Mantegna fu anche miniaturista, scultore e abile architetto.
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Artista solitario, che sfugge a qualsiasi classificazione di scuola, fu creatore di un repertorio di medaglioni antichi, di cortei, di mostri, di motivi decorativi e di un mondo spesso solenne, di grande potenza evocativa. Mantegna influenzò in modo radicale l’arte dell’Italia settentrionale, da Padova a Venezia, da Ferrara alle Marche. Sul piano della tecnica pittorica, svolse un ruolo pionieristico: la più antica pittura su tela conosciuta in Italia è la Sant’Eufemia del 1454.
Infine, fu in gran parte per merito di Mantegna e della diffusione delle sue incisioni che il rinascimento italiano raggiunse e colonizzò la Germania.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui
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Per conoscere meglio le pale d'altare realizzate dall'artista clicca qui
Per conoscere meglio gli affreschi della cappella Ovetari clicca qui
Maggiori informazioni sulla prima attività dell'artista a Padova le trovi qui
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