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Emil Nolde, natura morta con maschere |
Alla pittura si dedicarono poi solo tre di essi: Ernest Ludwig Kirchner (1880-1938), Erich Heckel (1883-1970) e Karl Schmidt-Rottluff (1884-1976). Al nucleo originario si unirono presto Emil Nolde (1867-1956), Max Pechstein (1881-1955), Otto Mueller (1874-1930) e altri personaggi minori. Vennero poi invitati amici e collezionisti a svolgere perlopiù il ruolo di membri "passivi" del gruppo, non svolgendo attività di creazione artistica.
Nella Germania guglielmina, a cavallo tra Otto e Novecento, l’idealismo postromantico di artisti come Marées e Böcklin toccò questa giovane generazione. Ma anche le lezioni straniere diedero il loro contributo alle basi del Die Brücke: Munch espose a Berlino nel 1892 con grande clamore; all’inizio del secolo, Gauguin, Cézanne, Lautrec, Van Gogh vennero esposti a Berlino (1903), a Monaco (1904) e a Dresda (1905). Gauguin acuì il tema della nostalgia del paradiso perduto, dell’unione tra uomo e natura in un universo liberato da ogni ipocrisia e dalla nozione di peccato.
Prima dei pittori di Die Brücke, Paula Modersohn-Becker, che fece parte del gruppo simbolista di Worpswede, si ispirò a Gauguin per tradurre un’espressività ancora contenuta e meditativa. Ma furono proprio Kirchner, Heckel, Schmidt-Rottluff e Pechstein che trassero da tutti questi suggerimenti sollecitazioni forti che si tradussero in una pittura di grande sintesi espressiva.
Die Brücke si qualificò quindi per il lavoro strettamente comunitario, l'importanza e la qualità delle realizzazioni grafiche (soprattutto incisione su legno), il colore ripartito in zone piatte, e un erotismo deliberato. Per alcuni anni Die Brücke riuscì a conciliare le due tendenze conflittuali che avevano già contrapposto Gauguin e Van Gogh: la solitudine nella natura e gli intimi scambi a livello di gruppo.
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Ernst Ludwig Kirchner, Pannelllo pubblicitario per una mostra della Brücke alla Galleria Arnold di Dresda nel 1910 |
Die Brücke rappresentò il cuore originario dell’espressionismo tedesco. Il nome, pensato da Kirchner e Schmidt-Rottluff, voleva mettere in evidenza gli obiettivi del gruppo: cioè la volontà di staccarsi da una tradizione figurativa statica e opprimente, creando un "ponte" fra l'emotività dell’artista e la realtà che lo circondava. Un ponte quindi tra l’artista e il mondo esterno che in quegli anni stava cambiando ed evolvendo in tutti i campi.
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Il programma del gruppo espressionista "Die Brücke" xilografia realizzata da Ernst Ludwig Kirchner |
La xilografia diventò una delle tecniche predilette perché particolarmente adatta nella resa dei forti contrasti cromatici e dei tratti deformati tipici di questo gruppo. Una scelta che prese spunto dal passato, dall’estetica cruda e audace delle incisioni su legno realizzate verso la fine del Quattrocento. Le xilografie create da Kirchner furono le più efficaci, forse perché l'artista aveva da subito compreso le qualità e le possibilità di questa tecnica: la medesima grafica poteva essere prodotta in molti esemplari, raggiungendo un pubblico molto più ampio a differenza di un quadro a olio.
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Per divulgare le idee del gruppo ed entrare in stretto contatto con il grande pubblico, vennero creati dei giornali e delle riviste. Tra i più famosi ricordo: Der Sturm (1909), Die Action (1911) e Relovution (1913) che avranno il compito di far conoscere gli artisti a livello nazionale. Der Sturm venne fondata nel 1909 da Herwarth Walden e presto divenne la più famosa: vi lavorarono, tra gli altri, l’architetto Adolf Loos e il pittore e drammaturgo Oskar Kokoschka.
Nel 1913 l'avventura del gruppo terminò a causa delle divergenze artistiche nate tra i componenti soprattutto dopo il trasferimento di Kirchner a Berlino nel 1911.
I singoli artisti erano ormai indipendenti e i vincoli dell'attività del gruppo non erano più sopportabili perché visti come ostacoli alle espressività maturate individualmente.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui
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