Da Bacco che intreccia il suo incantesimo in una strada spagnola a Gilbert e George che si ubriacano lentamente mentre vengono ripresi, ecco una selezione di opere in cui l’alcol gioca un ruolo chiave. O almeno è ciò che ha pensato Jonathan Jones che ha scritto la versione originale dell’articolo in inglese. 10 opere alcoliche per così dire, perchè le bevande di questo tipo fanno parte della vita dell’uomo fin dall’antichità. Strumento per avvicinarsi al divino, un modo per sfuggire ai dispiaceri della vita, oppure anche un mezzo per cancellare qualsiasi tipo di inibizione.
- Diego Velazquez – Il trionfo di Bacco o i bevitori (1628-1629)
In questo capolavoro ironico, il pittore spagnolo, la cui carriera lo portò a ritrarre dalla vita di strada nella Siviglia del XVII secolo alla corte del re a Madrid e del papa a Roma, giustappone mito e realtà. Come una moderna opera d’arte concettuale, Velazquez immagina che l’antico dio Bacco sia giunto sulla terra nella Spagna dell’epoca. Invece dei satiri e delle menadi che lo seguono nelle vecchie storie, Bacco qui è circondato da avvinazzati e straccioni. Il mito del vino come elemento di cultura incontra la realtà del bere per dimenticare la propria miseria.
- Gilbert e George – Gordon’s Makes Us Drunk (1972)
In questo video stranamente ipnotico, Gilbert e George si siedono e bevono da una bottiglia di gin ascoltando le note romantiche della musica classica. I due diventano progressivamente ubriachi e i loro movimenti visibilmente più goffi. Si tratta di un brillante uso del video per registrare l’azione in tempo reale. Questa è un’opera ossessionante che mostra due uomini in cerca di estasi e oblio.
- Edgar Degas – L’assenzio (1873)
La fata verde, l’assenzio, è davvero una bevanda demoniaca in questo ritratto della vita nella Parigi bohémienne di quasi 150 anni fa. Degas dipinge la miseria di una donna che contempla il suo veleno verde mentre è seduta a un tavolino del bar. È un’osservazione acuta di un mondo che cambia: le persone sono sole in città. Sole e tagliate fuori dai legami rurali e comunitari che fino a poco tempo prima avevano modellato la vita europea. La donna sembra in una pausa di riflessione prima di rituffarsi nel torpore dell’alcol.
- Boris Mikhailov – Case History (1997-1998)
Nelle sue foto deliberatamente scioccanti dei russi che vivono ai margini della società, Mikhailov racconta la parte più degradata di una delle culture più famose al mondo proprio per il bere. Derubate, agli occhi dell’artista, della prevedibilità e della protezione della vita comunista, queste persone che erano adulte quando l’Unione Sovietica finì, sono scese in un inferno di vita reale inondato di vodka.
- Anthony van Dyck (attribuito) – Sileno ebbro sostenuto da Satiri (c1620)
Nel mito antico, Sileno è il grasso, ubriaco e vecchio amico del dio del vino Bacco. In questo maestoso dipinto barocco, è così ubriaco che non riesce a stare dritto. I satiri sostengono volentieri il suo peso, ma il corpo massiccio si accascia in un frenetico mix di sudore, carne e abbandono. È completamente felice nella sua umiliazione, in un tutt’uno con la natura stessa, perso nelle visioni del divino che lo raggiungono nel suo stato di ubriachezza.
- Michelangelo – Bacco (1496-1497)
Nella mitologia antica e nella maggior parte dell’arte rinascimentale, Bacco è un dio potente, incredibilmente lucido mentre ubriaca i mortali. Il giovane Michelangelo Buonarroti lo ha visto in modo diverso. Il Bacco che ha scolpito a vent’anni a Roma è un’immagine di terrificante follia. È ubriaco e spaventoso. I suoi occhi sono persi nel vuoto, la sua testa ciondola di lato mentre inizia a perdere il controllo. Questa è l’immagine più profonda dell’ubriachezza mai creata da un artista.
- Jan Steen – Interno di una locanda (c 1665-70)
Jan Steen dipinge sé stesso come uno dei grossolani servitori che ci provano con una cameriera, in questa scena di vita da bevitore del XVII secolo. Se Velázquez usava la mitologia per rivelare la realtà, i pittori olandesi, ai tempi di Steen, erano felici di abitare in un mondo quotidiano senza allusioni classiche. Quindi questo è probabilmente il genere di cosa che avremo visto nei pub del 1600. A proposito, Jan Steen è l’idiota che solleva la gonna della donna.
- Pittore di Brygos (attribuito) – Coppa a figure rosse (c 490-480 a.C.)
Le feste in cui scorrevano fiumi di vino erano centrali nell’alta società maschile dell’Atene classica. La vita sociale di questa democrazia pionieristica, dove la filosofia, il dramma e l’arte raggiunsero le vette, fu annaffiata dal vino. Questa coppa dipinta mostra un simposio in cui un ricco giovane si appoggia a guardare una ballerina, con un’enorme tazza da bere al suo fianco. Può sembrare strano, ma secondo Platone la conversazione a una festa alcolica potrebbe diventare seria: il suo dialogo Il Simposio registra un dibattito approfondito durante una riunione alcolica.
- Gillian Wearing – Theresa e Seamus (1998)
L’artista inglese che collabora con i suoi soggetti per creare drammi di vita reale fotografa Theresa e Seamus come parte di un progetto sugli alcolizzati di strada a Londra. Era interessata, diceva, a persone libere dalle loro inibizioni: “L’alcol è uno strumento ovvio per liberare l’inibizione, toglie il pensiero razionale, lasciandoci molto più fisici ed emotivi …” È la stessa libertà dalla ragione che i pittori barocchi hanno trovato nel mito di Sileno. Theresa e Seamus sono moderni Sileni, mostrando la saggezza del bevitore?
- Tiziano – Il baccanale degli Andrii (1523-1526)
L’ubriachezza non è mai stata così bella come nella pittura di Tiziano in questa festa all’aperto alimentata dal vino. Questi bevitori compiono le loro buffonate con una grazia magica. I ballerini non cadono. La brocca del vino è in equilibrio sulla mano di un uomo. Il vino ha liberato tutti dall’inibizione e li ha resi amorosi. In vino veritas. Questi bevitori non si urlano a vicenda, vomitano o svengono. Invece sembrano tutti innamorarsi. Una donna giace nuda in estasi mentre il vino scatena la sua passione.
Fonti: traduzione di Cristian Camanzi da www.theguardian.com
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