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Giorgio de Chirico, le muse inquietanti |
Le Muse inquietantiè una specie di "manifesto" della poetica metafisica. In questo olio su tela di 97×67 cm, appartenente oggi a una collezione privata, troviamo tutti gli elementi più usati dal De Chirico metafisico: spazi cittadini deserti con prospettive deformate ma anche statue e manichini al posto delle persone. Sono espedienti usati dal pittore per confonderci, forme prese dalla vita di tutti i giorni, ma che insieme producono un effetto destabilizzante. Tutto quello che vediamo nel dipinto lo riconosciamo chiaramente: un castello, tre statue, una fabbrica, un bastone, una maschera e due scatole.
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Le statue, però, al posto della testa hanno manopole ed elementi simili a quelli che ritroviamo nei manichini. Sicuramente cominciamo a chiederci il perché della scatola in terra e cosa ci fanno lì quelle strane statue. Mistero. Anche il pavimento è bizzarro e sembra scivolare verso di noi come se la prospettiva fosse sbagliata. Ma De Chirico la prospettiva la sapeva fare bene, quindi tutto questo serve a comunicarci un senso di mistero e di stranezza.
Le Muse inquietanti raffigura una piazza, ma al posto del selciato ha delle tavole di legno che ricordano più un palco teatrale che una piazza cittadina. Sullo sfondo a destra c’è il castello estense di Ferrara, mentre a sinistra il pittore colloca una fabbrica con delle alte ciminiere.
Queste due strutture agli antipodi mostrano la contrapposizione tra antico e moderno, ma si può notare che il castello ha le finestre buie, elemento che ci fa pensare che non sia abitato, mentre la fabbrica ha i camini che non fumano, segno che nessun lavoratore sta svolgendo la sua funzione all’interno. Se poi osserviamo le due parti del quadro separate dalla linea d’orizzonte della piazza, noteremo che sono realizzate con due punti di vista diversi: una visione dall’alto per la parte inferiore, mentre la parte superiore è dipinta utilizzando un punto di vista più basso. Un aspetto questo che ritroviamo molto di frequente soprattutto nella pittura tedesca e fiamminga del Quattrocento. Molto probabilmente questo dettaglio è dovuto alla formazione tedesca del pittore, avvenuta a Monaco di Baviera e non è l’unico riferimento geografico.
Il castello di Ferrara |
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Giorgio de Chirico al lavoro |
Ma perché il titolo Le Muse inquietanti? Le muse erano quelle figure mitologiche che difendevano le arti. Gli artisti le pregavano per ricevere l’ispirazione. Nel caso di De Chirico le muse sono "inquietanti" perché indicano la strada che va oltre le apparenze. Il dipinto mette in difficoltà il nostro bisogno di trovare un qualche significato e il mondo stesso a volte ci si presenta così. Spesso conosciamo o vediamo i singoli elementi, ma non siamo in grado di metterli in una successione logica o di avere una visione d’insieme. Queste muse ci vogliono forse dire che anche il mondo antico, con tutti i suoi miti e i suoi racconti creativi, può nascondere altri significati dietro l’apparenza delle cose. Ma in ultimo ci parlano anche delle scelte artistiche del pittore. De Chirico assimila più riferimenti geografici e culturali appartenenti al passato che riesce con semplicità a far propri, sintetizzandoli in una dimensione temporale dove prima e dopo non contano.
L’artista rifiutò con fermezza il concetto secondo il quale ha maggior merito ciò che supera il passato per proiettarci nel futuro, o quel concetto di progresso, per cui i valori sono scanditi dalla maggiore o minore novità dell’opera prodotta. De Chirico mostra che per lui è più importante ispirarsi al passato che al presente, ma egli non è assolutamente un pittore neoclassico. Vuole semplicemente polemizzare con chi ha fatto del tempo o della velocità la nuova ispirazione dell’arte moderna, indicando come in realtà queste sono variabili effimere: il vero senso delle cose sta oltre il tempo.
Quindi il pittore mette insieme antico e moderno, le statue e la fabbrica, la musa e il manichino che un po’ ci fanno sorridere e un po’ ci fanno riflettere sui misteri del mondo. Come capita spesso nei sogni in cui ci sono cose che vediamo tutti i giorni, mescolate e dove succedono cose senza senso. In realtà però un significato c’è, il nostro inconscio cerca di comunicarcelo in questo modo, ma decifrarlo non è possibile. Al di là di tutti i significati che si possono trovare, possiamo osservare semplicemente questo bel quadro con la certezza che non tutto a questo mondo ha un senso.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui