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Giotto, compianto su Cristo morto, Cappella degli Scrovegni, Padova, 1303-1305 circa |
È probabile che la famiglia, trasferitasi in città, abbia messo il giovane Giotto a bottega presso qualche maestro del capoluogo. E questo maestro potrebbe essere stato proprio Cenni di Pepo, detto Cimabue. Del pittore fiorentino, ricordato da Dante come il maggiore esponente della pittura prima di Giotto, sappiamo in realtà molto poco. Le uniche notizie certe su Cimabue lo collocano a Roma nel 1272, e molti anni dopo a Pisa nel 1301-1302. Nonostante ciò l’artista si colloca in posizione di assoluto rilievo nella pittura italiana di fine Duecento, diventando sicuramente maestro e punto di riferimento per artisti come Giotto e Duccio di Buoninsegna.
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Vi sono, però, diverse leggende legate alla formazione di Giotto. Una di queste narra che Cimabue, vedendo il giovane Giotto disegnare una pecora su una pietra, lo prese con sé come apprendista; è probabile che questo avvenne quando Giotto aveva all’incirca dieci anni, dunque attorno al 1277. Un altro aneddoto sulla sua grande capacità di disegnare narra che mentre era a scuola da Cimabue, un giorno disegnò una mosca su una tela; Giotto l’aveva tratteggiata quasi per gioco, ma l’insetto era talmente realistico che il suo maestro provò inutilmente a scacciarla. Quando Cimabue venne a conoscenza che la mosca era stata disegnata da Giotto congedò il ragazzo ritenendo concluso il suo periodo di apprendistato.
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Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova |
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Giotto, Crocifissione, Santa Maria Novella, 1290-1295 circa, particolare |
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Giotto, trittico Stefaneschi, 1320 circa |
Secondo i registri, morì l’8 gennaio del 1337. Venne seppellito con grandi onori nell’antica cattedrale di Santa Reparata, oggi parte del complesso di Santa Maria del Fiore. Il Vasari afferma che il luogo della sua tomba fosse contrassegnato da "un matton di marmo bianco". Nonostante le ricerche compiute nella campagna di scavi del 1965, che ha riportato in luce, sotto il pavimento cinque-secentesco di Santa Maria del Fiore, quanto resta di Santa Reparata, non si è riusciti a identificare la sepoltura.
Seguire l’itinerario dell’arte di Giotto ci porta a comprendere l’evoluzione e lo svolgimento di gran parte della pittura italiana del Trecento. Lo sviluppo dell’arte giottesca ci indica anche la vitalità culturale di molti centri della penisola che esprimono una grande varietà d’espressione pur appartenendo a un grande e unico modello artistico. Giotto fu il principale protagonista della rivoluzione pittorica che si realizzò in Italia a partire dai primi decenni del Trecento e che portò alla tridimensionalità, alla narrazione, alla rappresentazione dei sentimenti e allo studio dei tratti fisionomici. Come disse Cennino Cennini: "Giotto rimutò l'arte del dipingere di greco in latino". Dalla lingua ormai morta bizantina si passa a quella nuova dell'Occidente.
Continua l'esplorazione ...
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui