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Hans Memling, brocca con monogramma di Cristo, con gigli, iris e aquilegia |
Ebbene è così, perché questa natura morta si inserisce in una particolare tipologia di immagini tra Quattro e Cinquecento, perlopiù fiamminghe che portò a risultati di una perfezione insuperabile. Si era infatti abituati all'epoca a realizzare cose inanimate sul retro di tavole di vario formato e destinazione. Ma per quale motivo?
Questi dipinti avevano uno scopo morale, riferito al soggetto che veniva ritratto sul fronte della tavola ed è un tipo di rappresentazione che ha origini antichissime.
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I fiori raffigurati da Memling costituiscono il soggetto della facciata esterna di una tavola che, all'interno, presenta un ritratto del committente in preghiera. Questa tavola probabilmente era l'anta di un altarolo portatile a due sportelli. Come tale doveva essere abbinata a una Madonna col Bambino e collegata a essa attraverso un chiaro messaggio simbolico: infatti gigli, iris e aquilegia, le specie raffigurate da Memling, secondo una tradizione emblematica che si afferma negli scritti di devozione medievali, sono attribuiti alla Vergine Maria e allo Spirito santo, e sul vaso di porcellana è bene in vista il monogramma di Cristo.
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L'altro lato della tavola, con il ritratto del committente |
Si presenta a noi come un dipinto raffinatissimo nel quale ogni particolare è reso con la massima cura: basti guardare la maestria nel realizzare le ombre, l'attenzione alla resa naturalistica dei fiori e lo splendore cromatico del tappeto caucasico su cui appoggia il vaso.
E' un'opera che vive di vita propria, figurativamente risolta in sé stessa a prescindere dallo scopo e dal contesto in cui fu pensata, testimonianza della grande maestria di Memling.
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui