Riprendo la rubrica "Lo potevo fare anch'io" per fare un po' il punto sull'arte contemporanea che attraverso questi approfondimenti abbiamo avuto modo di esplorare e conoscere.
Mano a mano che ci si avvicina ai giorni nostri la prospettiva storica si accorcia e, di conseguenza, la possibilità di dare giudizi critici equilibrati si fa più difficile e complessa.
La storia dell'arte ci ha insegnato che in ogni epoca i contemporanei sono stati quasi sempre i peggiori giudici per i propri artisti. Questo perché il gusto di un determinato periodo matura con ritmi più lenti rispetto a quelli con i quali le avanguardie artistiche conducono le proprie sperimentazioni.
Facciamo un po' di esempi per capirci meglio.
Brunelleschi, in occasione del concorso del 1418 per la cupola di Santa Maria del Fiore, fu violentemente contestato dai suoi contemporanei che gli diedero del pazzo, in quanto aveva promesso di poter voltare la cupola senza l'impiego di armature.
L'arte di Paolo Uccello rimase incompresa sia dagli artisti del suo tempo, sia dal Vasari, che arrivò ad accusare Paolo di essere privo di "bella maniera".
Anche in epoche successive, da Caravaggio a Tiepolo, dai Macchiaioli agli Impressionisti, nessuno ebbe grande fortuna presso i propri contemporanei. E proprio l'indifferenza e l'incomprensione del pubblico e della critica furono tra le cause principali del suicidio di Van Gogh, mentre Fauves e Cubisti vennero rispettivamente accusati di ridurre la realtà a pennellate scomposte di colore o a inutili frammenti di forme geometriche.
Pensiamo anche a Duchamp e alla sua provocatoria fontana: scambiata per un orinatoio, fu gettata via dai facchini della Biennale di Venezia che non la riconobbero come opera d'arte. Negli anni Trenta, infine, il regime nazista arrivo persino a distruggere centinaia di opere d'arte contemporanea, da Munch a Schiele, da Kokoschka e Kandinskji e a Picasso, giudicandole degenerate e quindi indegne di esprimere il gusto dell'epoca.
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E oggi? La nostra società sta vivendo un periodo di profonda crisi. Dopo il crollo del Muro di Berlino e la fine della contrapposizione tra i due blocchi ha aperto scenari nuovi e inquietanti. Oggi l'artista più che mai si sente assolutamente libero dall'appartenere a scuole o correnti e dal professare ideologie. I campi della possibile esplorazione artistica si sono dilatati arrivando a esplorare zone spesso tra loro lontanissime e a volte contrapposte. Ed è così che se da un lato oggi continuano le tendenze sulla strada dell'Informale, tra critica e ironia, dall'altro si aprono nuove e interessanti linee di ricerca che tornano verso il figurativo.
Come un ciclo che si ripete quindi la storia dell'arte va avanti. Ma quello che vi chiedo, da spettatori e fruitori d'arte, è di essere sempre curiosi e pazienti nei confronti dell'arte contemporanea. Non fatevi influenzare da giudizi passati dai media, ma costruite sempre una vostra opinione indipendente. Perché è la storia stessa che ci insegna quanto sia difficile giudicare l'arte contemporanea e quanto sia facile dire "lo potevo fare anch'io".
Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui