
Riprendo dopo un po di tempo l'ormai celebre rubrica del blog dedicata agli art blogger: "c'è arte nella blogosfera". Oggi conosceremo Federica, la curatrice del blog Inanimanti.
Si tratta di un blog con la missione di comunicare l'arte contemporanea in maniera diversa. Alla ricerca di un modo per avvicinare l’arte contemporanea alle trasformazioni in atto nella società moderna e svelarne le connessioni. In particolare Inanimanti parla di tutto ciò che nella cultura contemporanea sta portando l'essere umano a liberarsi del proprio corpo.
Vorrei che per cominciare ti presentassi, chi sei, quali studi fai o hai fatto, quando e perchè hai iniziato a scrivere il blog, e qual è lo scopo, la missione, il fine che ti sei prefissata diventando blogger.
Sono laureata in storia dell'arte e amo scrivere più o meno da quando ho imparato a tenere una penna in mano, di conseguenza raccontare l'arte per me è sempre stato il non plus ultra di tutte le occupazioni. Inanimanti - un neologismo che ho inventato per complicarmi la vita, fondendo le parole “inanimati” e “amanti”- è nato prima di tutto come una sfida: a me stessa, per vedere se riuscivo a far sopravvivere un blog per più di due settimane, e agli scettici, per sfatare uno dei cliché più tediosi di sempre, ovvero che l'arte contemporanea sia incomprensibile e autoreferenziale. L'argomento riprende un progetto di allestimento che avevo proposto quando ero ancora in università: una mostra sul post umano che si intitolava “La fine del corpo” e raccontava la storia della sparizione del corpo nel digitale. Il blog recupera lo stesso tema mettendo le opere più controverse degli ultimi ottant'anni in relazione con altri ambiti della nostra cultura, come moda, scienza, medicina o nuove tecnologie, creando intrecci e connessioni. Parlandone in una veste insolita vorrei mostrare che l'arte oggi non va affatto per conto suo come potrebbe sembrare, ma cerca di rispondere alle stesse domande che ci facciamo noi, molto spesso prima di noi, proprio come ha sempre fatto.
Qual è il tuo rapporto, il tuo approccio con il luogo per eccellenza che custodisce le opere d'arte, cioè il museo: sei più da "turistodromo" o preferisci piccoli musei poco frequentati e quale ti sentiresti di consigliare ai lettori di Artesplorando.
Non c'è una tipologia che preferisco, l'unica condizione è che la collezione sia di qualità o mi interessi per qualche motivo. Ho un debole per i musei che curano tutti gli aspetti: allestimenti, scelta delle opere, storytelling eccetera; amo quelli da cui puoi uscire sentendo di aver imparato qualcosa che prima non sapevi. Ai lettori consiglierei sempre di osare, oltre ai grandi nomi noti ci sono molte altre realtà da considerare, anche se meno conosciute e tradizionali, come ad esempio le fondazioni o le case museo.
Che rapporto hai con le mostre? oggi spesso diventano eventi mediatici molto pubblicizzati, ma alla fine di poca sostanza. Quali sono le mostre che preferisci e se vuoi fai un esempio di una in particolare che ti ha colpito.
Di norma temo i panegirici e tendo ad evitare gli eventi troppo pubblicizzati… Ho imparato a mie spese che nove volte su dieci un'ottima campagna di comunicazione non va di pari passo con la qualità dell'offerta. Mi interessano le mostre che sperimentano e quelle che hanno un buon progetto scientifico alla base. Una delle migliori che ho visto quest'anno è stata Sguardo di Donna ai Tre Oci a Venezia, curata da Francesca Alfano Miglietti: lì tutto era impeccabile, dagli allestimenti di Marras alla selezione delle artiste, alla luna piena sul canale della Giudecca quando sono uscita...
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Se fossi il ministro dei Beni Culturali e il Presidente del Consiglio ti desse carta bianca, quale sarebbe il tuo primo provvedimento?
C'è veramente l'imbarazzo della scelta. Dopo un bell'attacco di panico direi che continuerei con le misure di sostegno dell'iniziativa privata, considerando anche il buon andamento dell'Art Bonus nel 2016. Poi, dato che stiamo parlando di fantascienza, cercherei soprattutto di promuovere la cooperazione tra arte e impresa come fattore di innovazione, di potenziare la digitalizzazione del patrimonio e investire sull'aggiornamento in massa degli statali per riportare la comunicazione museale ad un livello almeno vagamente plausibile. Infine con una bacchetta magica ridarei a tutti gli operatori del settore il loro status di professionisti e farei in modo che vengano retribuiti come tali.
Cosa proporresti di leggere a una persona che si avvicini per la prima volta alla storia dell'arte? un testo scolastico, un saggio, una monografia…
Partirei dai fondamentali con Fantasia di Bruno Munari. E poi ovviamente un buon manuale, come l'intramontabile Storia dell'Arte di Gombrich.
Arriva il Diluvio Universale e tu hai la possibilità di mettere qualche opera d'arte nell'arca di Noé, quali sceglieresti?
Domanda da un milione di dollari. Con il cuore in mano e pensando soprattutto a me stessa direi L'allegoria del buono e del cattivo governo di Ambrogio Lorenzetti, i fiamminghi tout court, Le stelle di Arturo Martini, La morte e la ragazza di Schiele, La Cattedrale di Rodin, Le due Frida di Frida Kahlo, Quien puedes borrar las huellas di Regina Josè Galindo, L'albero grigio di Mondrian, Sera sul viale Karl Johan di Munch, almeno una Pietà di Michelangelo e tutta la serie delle notti parigine di Brassai
Con quale artista (anche non più tra noi!) ti sentiresti di uscire a cena o a bere qualcosa? e perchè?
Miranda July. Adoro il suo umorismo, il suo eccletismo, la sua freschezza e il suo acume. Sicuramente non sarebbe una serata noiosa.
Oggi in TV e alla radio non c'è molta arte, e cultura in generale. Tu cosa consiglieresti di guardare (o ascoltare) al lettore di Artesplorando. Può anche essere un programma non prettamente d'arte, ma al cui interno ci sia un'approfondimento artistico. In onda ora, ma anche nel passato (ovviamente valgono anche le web-tv).
Sono stata una fan di Passepartout. anche per l'idea comunicativa che era alla base di quel programma: picchi di cultura alta alternati a sprazzi di cultura pop, resi plausibili dal carisma di Philippe Daverio: un mix riuscito che non annoiava mai e arrivava a tutti.
In un ipotetico processo alla storia dell'arte tu sei la difesa, l'accusa è di inutilità e di inadeguatezza ai nostri tempi, uno spreco di tempo e di soldi. Fai un'arringa finale in sua difesa.
Reagirei citando Oscar Wilde e dicendo che oggi la gente sa il prezzo di tutte le cose ma ne ignora il valore.
Concluderei con una bella citazione sull'arte, quella che più ti rappresenta!
L'arte è ciò che rende la vita più interessante dell'arte. Robert Filliou.
E con questa splendida citazione salutiamo Federica e ... tutti a leggere Inanimanti: inanimanti.com